Gli italiani, come noto sono un popolo particolarmente alla remunerazione dei propri risparmi. Non è casuale, in tal senso, che la nostra nazione, nonostante l’enorme peso del debito pubblico, venga considerato solvibile agli occhi della grande finanza internazionale: il risparmio privato, rapportato al pil e al numero degli abitanti, è il più virtuoso dell’intero Vecchio Continente.
Una virtù, quella del risparmio, che trova terreno fertile nel mondo finanziario. Abituati, un tempo, ai rendimenti particolarmente allettanti dei titoli di stato italiani, i risparmiatori del Belpaese hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini nel corso degli ultimi vent’anni: BOT e BTP, infatti, sono lontani dagli stabili rendimenti a doppia cifra che elargivano sino alla fine degli anni ‘90.
Quanto ha performato l’indice sanitario negli ultimi dodici mesi?
I titoli di stato sono diventati solo uno degli asset presenti nel portafoglio titoli dei risparmiatori, che hanno capito quanto sia importante diversificare i propri risparmi in un numero plurimo di strumenti finanziari per minimizzare il rischio credito e cercare, al tempo stesso, di ottenere una maggiore remunerazione rispetto a quanto elargito dal mondo del free-risk: i titoli a capitale garantito, infatti, offrono rendimenti poco apprezzabili o addirittura negativi.
Tra le soluzioni più apprezzate dai risparmiatori nostrani, investire in Borsa rappresenta, da sempre, un’opzione particolarmente gradita. I cittadini italiani sono da sempre informati dell’andamento della Borsa di Milano, sempre presente, da svariati decenni, in tutti i telegiornali nazionali. L’avvento di Internet, oltretutto, non ha fatto altro che ampliare le informazioni e conoscenze sul mondo finanziario, dando modo ai risparmiatori di investire in Borsa anche tramite le piattaforme di trading.
Quando si investe nel mondo azionario è necessario selezionare adeguatamente i settori nei quali allocare i propri risparmi, cercando di scegliere quelli che offrono le migliori potenzialità. Nell’ultimo anno, segnato indelebilmente dalla pandemia, un settore che ha offerto delle performance particolarmente eccellenti è stato quello healthcare, la cui traduzione letterale corrisponde a “assistenza sanitaria”.
L’indice FTSE Italia All-Share Health Care Index, che raggruppa i titoli del settore sanitario presenti nella Borsa di Milano, ha fatto registrare negli ultimi dodici mesi una performance positiva del 22%. L’emergenza sanitaria, in tal senso, ha spinto l’indice ad ottenere un rendimento significativo. Ma da oltre quindici mesi dal primo caso positivo di Codogno, la tendenza macro in questo comparto resta ancora positiva.
Perché il settore healthcare potrebbe essere più resiliente rispetto ad altri
Anzi, guardando ad altri settori specifici, quello sanitario ha performato in misura rispetto ad altri. Basti guardare, ad esempio, al settore bancario, che, seppur colpito più duramente nei primi mesi della pandemia, negli ultimi dodici mesi ha fatto registrare una crescita del 39%, grazie, in primis, alla tanta liquidità immessa nei mercati da parte delle banche centrali di tutto il mondo.
Su questo settore, tuttavia, restano aperti pesanti dubbi: cosa succederà quando le politiche monetarie accomodanti verranno meno? E cosa accadrà quando, complice la crisi, aumenterà la mole dei crediti inesigibili? Dubbi, invece, che non riguardano il settore sanitario, che l’emergenza degli ultimi quindici mesi ha posto come centrale e strategico.
E che, con ogni probabilità, sembra in grado di resistere anche ad eventuali correzioni dei mercati. Le maggiori multinazionali farmaceutiche, d’altro canto, sono quotate in Borsa ed hanno fatto registrare dei significativi segni positivi nell’ultimo anno, con quelle legate alla scoperta del vaccino anti-covid a tirare la volata a tutto il settore.
Le principali aziende del settore healthcare quotate in Borsa operano nel settore farmaceutico, quello biotecnologico, ospedali, cliniche mediche e produttori di dispositivi medici. Queste società si contraddistinguono, fondamentalmente, per l’elevata solidità patrimoniale ed uno spiccato coefficiente di innovazione in ambito tecnologico applicato al campo medico.